Alpe Adria in Bici | Guida per Cicloviaggiatori Avventurieri

ciclovia alpe adria

La ciclovia Alpe Adria è sicuramente uno dei percorsi ciclabili adatti a tutti più belli in Europa. Parte da Salisburgo e dopo 425 immersi nella natura incontaminata arriva sino a Grado in Friuli Venezia Giulia.

Secondo gli organizzatori per seguirla tutta, considerando le visite alle varie attrazioni, sono necessari otto giorni di viaggio. Per chi volesse è possibile dividere l’itinerario in più viaggi affrontando magari una volta il tratto austriaco e una volta il tratto italiano. Un ulteriore possibilità è di fare come noi e dedicarsi meramente al piacere del cicloviaggio lasciandosi rapire dalla bellezza del panorama percorrendola così in cinque giorni. 

Dopo aver sognato e rincorso questo viaggio per anni ad aprile 2019, periodo ideale per fare questo ciclo percorso, abbiamo deciso di regalarci la Ciclovia Alpe Adria. Partendo da Salisburgo e arrivando fino a Pordenone, abbiamo percorso 470 chilometri di pura fatica e tante, tante emozioni.

In questo racconto voglio portarti con noi in questo viaggio e spiegarti come puoi farlo anche tu e far si che questa possa essere la tua guida per la Ciclovia Alpe Adria. 

ciclovia alpe adria da salisburgo

Un esperienza unica. L‘essenza dell’avventura in un viaggio che non aveva nulla di pianificato se non la data di partenza e il termine massimo entro il quale rientrare (avevamo dieci giorni di ferie per il ponte pasquale).

Un viaggio tra paesi, culture e tradizioni differenti. Ma anche un viaggio dentro noi stessi, alla scoperta dei nostri limiti e possibilità. Un viaggio per stare bene e guarire le ferite dell’anima.

Un sogno diventato realtà, pedalata dopo pedalata. Alla scoperta di luoghi unici e mozzafiato. Da Salisburgo agli alti Tauri. Da borghi friulani ricchi di tradizioni a montagne d’alta quota. Dalle Alpi Giulie alla bellezza della laguna di Grado.

Allaccia il casco e monta in sella con noi.

Tappa 1: Pordenone – Hallein

Il primo giorno è stato dedicato per lo più al viaggio. Da Pordenone a Salisburgo. Otto ore di viaggio. Due cambi. Due zaini e due borse. Zero programmi o prenotazioni ma mille e mille sogni.

Il nostro viaggio in treno ha fatto tappa Pordenone – Udine / Udine – Villach (per mezzo del treno Mi.Co.Tra) e Villach – Salisburgo (treno OBB). Abbiamo scelto di fare scalo a Villach per essere certi di prendere la coincidenza per Salzburg anche se, a dirla tutta, i treni tedeschi sono iper puntuali e volendo e’ anche possibile rischiare.

➡ CONSIGLIO DI VIAGGIO: Il treno Mi.Co.Tra non accetta prenotazioni (c’è tanto posto disponibile per le bici), diversamente per l‘OBB è obbligatorio riservare il proprio posto. E’ possibile farlo acquistando il biglietto dal loro  sito scegliendo ora e giorno di viaggio.

Avevamo paura che le bici venissero “sbatacchiate” a destra e a manca ma, con nostra sorpresa, questo non è successo. Dobbiamo dire che i treni sono ben organizzati e il personale molto disponibile (anche se poco felice di parlare inglese nella tratta austriaca).

Torniamo al nostro viaggio, alla nostra avventura..

Una volta arrivati a Salisburgo pedaliamo per una cinquantina di chilometri per iniziare a respirare l’aria del viaggio e cercare un posto dove dormire. Usciti dalla stazione trovare della segnaletica che ci indicasse l’inizio della ciclabile è stato…beh..qualcosa di inaspettato..si, inaspettato perché totalmente assente.

Salisburgo : alla ricerca della segnaletica

Usciti dalla stazione ferroviaria ci siamo subito messi alla ricerca di un posto dove poterci cambiare e sgranocchiare qualcosa. La scelta è caduta sul parco cittadino della casa natale di Mozart, davvero un bellissimo posto.

Da qui abbiamo iniziato più o meno a vagare alla ricerca di qualcosa che assomigliasse ad una ciclabile. Tra intuito e cartina alla mano (importante partire con già la mappa in tasca!) abbiamo trovato, quasi a speranze perse, l’imbocco dell’Alpe Adria (praticamente portati sopra il ponte principale del fiume Salzach e, una volta individuato il nord, prendi la ciclabile alla destra dello stesso).

Dopo l’iniziale delusione per la scarsa segnaletica che aveva spento il nostro entusiasmo è bastato iniziare a pedalare accarezzando erba e ghiaia il sorriso ci è tornato in un attimo.

Arriviamo nella piccola cittadina di Hallein, famosa per le sue miniere di Sale dove troviamo da dormire presso l’hotel Hafnerwit e ci rifocilliamo alla Road House XXL Steakhouse (direi che la foto parla da sola…questa Steakhouse è un posto da non mancare 🙂 )

dove mangiare ciclovia alpe adria austria

Tappa 2 : Hallein – Bad Hofgastein

Il giorno di Pasqua è finalmente partito il nostro viaggio lungo la Ciclovia Alpe Adria. Da Hallein a Bad Gastein. Circa 100 km con 680 metri di dislivello e tanto divertimento.

Continui saliscendi, passaggi su valli isolate e paesi che sembrano sperduti e dimenticati dal mondo, boschi e ciclabili ben attrezzate (anche  qui in alcuni tratti la segnalazione del percorso lascia a desiderare).

Passiamo per Golling, Werfen, Bischofshofen, St. Jhoan, Schwarzach e infine Bad Hofgastein. Questa tappa è ricca di panorami, paesaggi, gallerie e salite. Una tappa emozionante e ricca di acqua (attraversiamo il fiume Salzach, il torrente Gasteiner Ache e infine la cascata Gastein) e montagne. Le Alpi Salisburghesi sono una presenza costante in questa tappa che si percorre prevalentemente su pista ciclabile che attraversa un magnifico scenario alpino.

A St. Johann im Pongau ci fermiamo per fare una breve visita al centro cittadino con il suo duomo neogotico e giocare un pò con le sculture di ferro sparse per la città.

La strada, perennemente in salita, che da St. Johann porta a Schwarzach ci sembra, un pò per il caldo e un pò per la fame, infinita. Quando arriviamo a Klammstein e troviamo ristoro al ristorante dell’Hotel Gasthof siamo stanchi ma non abbiamo intenzione di fermarci…vogliamo arrivare a Bad Hofgastein.

Il personale è accogliente e nonostante l’orario fuori dal comune ci prepara due ottimi secondi e della verdure.

La gente qui è abituata ai cicloturisti tant’è vero che non trovano nulla di strano alla nostra richiesta di poterci stendere qualche ora per recuperare le energie.

Proseguiamo lungo il nostro itinerario con i panorami che diventano sempre più montani e con le altitudini che iniziano a salire. Sono le sette di sera quando arriviamo a Bad Gastein e, inutile dirlo, sperare di trovare un posto dove dormire senza aver prenotato il giorno di Pasqua…è come fare un terno al lotto.

Dopo vari tentativi, avanti e indietro da Bad Hofgastein a Bad Gastein, hotel a cinque stelle, affitta camere e b&b riusciamo a trovare, quasi alle otto di sera, una piccola stanza al Camping Bertahof.

Pedalare nel silenzio della notte in un paesino sperduto tra le Alpi Salisburghesi dove le uniche luci ad illuminare la strada erano quelle delle stelle è qualcosa che ti rimane dentro, un’emozione unica che solo una volta che l’hai provata puoi capire cosa sia realmente.

Tappa 3 : Bad Gastein – Villach

La terza tappa è quella che coincide con la “fine” del viaggio in territorio Austriaco, con il saluto alle catene montuose innevate e lo scollinamento dei Tauri.

Il parco degli Alti Tauri, che ci riproponiamo di venire ad esplorare in modalità “trekking” è, con i suoi 1856 chilometri quadrati, il parco più grande delle Alpi e uno dei maggiori d’Europa. A guardarsi intorno sembra quasi di essere in Canada….i Tauri hanno davvero misure “americane”.

Quando siamo partiti tutti ci dicevano “è una passeggiata, il dislivello è totalmente assente”…beh direi che nella realtà non è proprio così. Da Bad Hofgastein a Bockstein la strada è perennemente in salita con tratti dalle pendenze impegnative che si fanno sentire sulle nostre gambe. Lo spettacolo che troviamo una volta in cima ci fa dimenticare tutto lo sforzo fatto e conferma ancor di più la nostra scelta di voler passare una Pasqua da cicloviaggiatori.

Arrivati a Bockstein prendiamo il treno del Tauerntunnel che in pochi minuti ci porta alla cittadina di Mallnitz (attraversare questa zona un mezzo diverso dal treno è vietato sia ad auto che a bici/moto).

Dai Tauri alla Carinzia lungo il fiume

Da qui inizia una piacevole discesa verso la cittadina di Obervellach con un panorama che piano piano ci introduce nella Carinzia. Qui cambiano i paesi, diventano più “ricchi” di vita e cambia anche la natura. Meno montagne per far spazio a enormi distese di prati verdi. Ci fermiamo per il ristoro a Spittal al Schloss Cafè (per altro unico aperto fuori orario di pranzo) e da qui, per gli ultimi 40 chilometri che ci separano da Villach, seguiamo la ciclovia della Drava (Drauradweg) che si snoda quasi tutta lungo il fiume.

La Drava è la principale arteria fluviale della Carinzia nonchè affluente del Danubio ed è un vero e proprio sentiero d’acqua che gli austriaci hanno ben saputo sfruttare per creare attività turistico/sportive alla portata di tutti. Dalla canoa alle ciclabili, dalla pesca sportiva al SUP. Motivo per il quale voglio tornare ad esplorare questa zona, questa volta paiagando sopra un SUP e seguendo la direzione Carinzia -> Slovenia.

Arrivati a Villach ci accorgiamo subito di come ormai, i ritmi Salisburghesi siano distanti e passati (anche se, da veri austriaci qui i locali chiudono tutti rigorosamente alle 22 e trovare un gelato o una caffetteria aperta dopo quest’ora è praticamente impossibile). Iniziamo ad essere stanchi dopo aver percorso già più di 200 chilometri e oltre 1000 metri di dislivello in due giorni e così recuperiamo le nostre energie per essere pronti per l’ultima tappa.

Tappa 4 : Villach – Pordenone

La tappa più dura ma che forse ci ha lasciato di più. La tappa in cui abbiamo dovuto farci forza per pedalare sotto un incessante diluvio e una temperatura totalmente diversa da quella che ci aveva abituato il territorio austriaco. Freddo, umido.

Una tappa lunghissima che per un breve tratto abbiamo dovuto sospendere arrendendoci alle insidie del tempo e affidarci al treno per recuperare qualche chilometro.

Una ciclabile che si snoda sui bellissimi paesini della Carnia Friulana, lungo posti dimenticati da tutti ma non dalle bellezze del paesaggio. Tarvisio, Pontebba, Malborghetto, Venzone, Gemona. Un percorso sviluppato sul vecchio tracciato della ferrovia, lungo la montagna, dentro i boschi, passando per vecchi ponti ferroviari riconvertiti a pista ciclabile. Salite forti si ma che con il loro panorama, anche se bagnato, ti riscaldano l’anima, il cuore. Ti donano tanto.

Un territorio che, anche se da friulani già conoscevamo, ci è parso nuovo e di cui, inaspettatamente, ce ne siamo innamorati. Per non palare dell’ospitalità della gente della nostra terra. Quando, come due pulcini fradici di acqua, siamo entrati in un piccolo bar nel centro di Venzone per chiedere qualcosa da mangiare, ci hanno trattato da re…poco importava se stavamo allagano il loro pavimento. E poi tutti a dire che i friulani non sono ospitali 🙂

Inutile dirlo che una volta giunti a Pordenone la tristezza era tanta, tantissima. Rientrare a casa, disfare zaino e borsa è stato difficile. Nonostante la stanchezza saremmo voluto rimontare subito in sella alla volta di un nuovo cicloviaggio. Ma infondo, sappiamo che non è un addio ma solo un arrivederci, un’arrivederci in attesa del prossimo viaggio.

E’ così dalle melodie di Mozart ai suoni della natura, dal fragore delle cascate della Krimmler Wasserfall al suono dell’acuqa della Drava abbiamo pedalato per quattro giorni e 470 km compiendo un viaggio tra nazioni, usanze ma soprattutto un viaggio dentro noi stessi ed i nostri limiti. Un viaggio e un’esperienza che ti cambiano la vita. 

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(16) commenti

  1. Angelo Zaia

    Complimenti ragazzi, sicuramente tra i posti più belli da fare in bici

    1. vitainavventura

      Grazie mille 🙂

  2. Lucy

    Bellissimo viaggio, complimenti! Da qualche anno anch’io sogno una cosa del genere. Avevo iniziato a considerare la Berlino-Copenaghen, comprando anche la guida apposita, ma poi ho lasciato l’Europa a tempo per ora indeterminato 🙁

    1. vitainavventura

      Grazie mille 🙂

      Bellissima l’idea di Berlino-Copenaghen in bici..mi hai dato un’ottimo spunto per il futuro. Grazie 🙂

  3. Paola

    Lo ammetto, desidero fare un viaggi in bici tanto quanto amo il trekking, soprattutto in zone come questa che ci hai appena mostrato. L’unica cosa che mi limita o mi inibisce è non sapere se fisicamente posso farcela. Ammetto di non essere allenatissima, ma l’idea mi stuzzica parecchio.

    1. vitainavventura

      Paola un viaggio in bici così come un viaggio zaino in spalla sono cose che ti cambiano la vita e credimi. La bellezza e le emozioni fanno superare tutto. Una volta ho letto un libro di una signora, zero zero allenamento che ha fatto il giro dell’Italia in bici. Il libro si chiama “Biciterapia” ed io ti dico vai…vedrai che le energie verranno mano mano che pedali 🙂

  4. francesca

    Ho fatto la parte delle terme salisburghesi in auto, mille anni fa! Non conoscevo la pista ciclabile, ma mi pare un’idea ottima in estate!

    1. vitainavventura

      Sii 🙂 Fammi sapere se ci passi in bici, sono curiosa di sapere poi se ti piace 🙂

  5. paola

    Viaggio meraviglioso! Conosco Salisburgo e conosco Grado: ciò che c’è nel mezzo delle due città deve essere bellissimo. E vederlo nel silenzio, pedalando, deve essere fantastico. Complimenti!

    1. vitainavventura

      Grazie. Si si merita davvero 🙂

  6. Raffaella

    Io ho percorso solo il tratto carnico di questa bellissima ciclovia ripromettendomi di farla tutta per intero. Poi sono rimasta incinta ed ora in tre diventa complicato. Magari tra qualche anno!

  7. Raffaella

    Un bellissimo tour che prenderò senz’altro in considerazione. Oramai è chiaro che dovremo muoverci in modo diverso dal solito. Dovremo trovare un nuovo modo di fare turismo: lento, responsabile e di prossimità.

    1. vitainavventura

      Si e tutto sommato non è una cosa malvagia. Riscopriremo più noi stessi, l’ambiente e le meraviglie che ci circondano. Fammi sapere se ti è piaciuto quando lo farai 🙂

  8. Carola Sproloquier

    Posti stupendi, un viaggio mozzafiato dal sapore unico, fatto in bicicletta. Complimenti! Mi piacerebbe moltissimo un’avventura simile, ma sono sicura che non ce la farei, le salite mi mettono ko, non sono abituata al sacrificio da ciclismo. ti invidio moltissimo, in bene naturalmente, credo non sia da tutti 🙂

    1. vitainavventura

      Dai che puoi farcela! Anche l’autrice del libro “Biciterapia” è partita senza avere il minimo allenamento e ha girato l’Italia. Il posto, il viaggio e l’esperienza meritano, ripagano di tutte le fatiche e ti danno la carica anche quando sembra svanire. Poi se proprio non reggi le salite, nei punti più duri esiste la possibilità di passare tali punti usufruendo di un apposito collegamento via treno o bici taxi 🙂

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